È tale la maturità artistica di Maria Credidio da portarla a raggiungere esiti molto interessanti anche sul fronte del libro d’artista.
“L’artista riduce i suoi lavori,” come scrive John Graham, artista americano di origine russa, “al minor numero possibile di ingredienti, allo scopo di scoprire l’ultima, logica destinazione della pittura nel suo processo di astrazione” (J. Graham, 1937); la Credidio in altri termini abolisce in maniera perentoria ogni elemento visivo superfluo, puntando, per riprendere le parole di Giulio Carlo Argan, “all’eliminazione di ogni significato implicito e all’individuazione di elementi strutturali elementari” (Argan, 1970).
I suddetti valori formali si manifestano anche nel libro opera dal titolo Elemento rosso lib(e)ro, presentato alla mostra Vedere parole al Complesso monumentale San Bernardino di Corigliano-Rossano rimasta aperta fino al 20 ottobre 2019.
L’artista si confronta nella fattispecie col Codex Purpureus Rossanensis, prezioso manoscritto greco custodito da secoli a Rossano.
Col prezioso evangelario miniato, adespoto perché se ne ignorano gli autori, l’artista, che vive e lavora a pochi chilometri dalla città ionica, instaura un rapporto di così intensa osmosi spirituale da realizzare un originale e sofisticato libro opera, con copertina in cartone e con pagine in cera d’api, che vuole essere un esplicito richiamo al sensibile e stimola sia l’olfatto che il tatto: il primo attraverso il vellutato odore delle pagine in cera d’api e il secondo mediante le linee in rilievo incise sulle pagine. All’aurea epidermide di tali fogli l’artista, reduce dalla recente esperienza costituita dal ciclo Lineari vibrazioni, imprime misurata e calibrata vitalità attraverso un groviglio variabile di linee su cui scorrono rivoli di luce, capaci di indirizzare gli sguardi, in un’economia assoluta di elementi formali, scevra da ogni elemento meramente decorativo.