Maria Credidio artista calabrese, orgogliosa della sua appartenenza, non rinuncia a diffondere il messaggio principale della sua ricerca artistica: provocare l’umanità e provocare umanità. La sua recente performance si concentra proprio questa direzione: “dire all’uomo di essere più uomo“.
La Credidio nel suo stile pulito, sobrio, evocativo, conduce per mano le coscienze a prendere atto che la formula “vita contro morte” non rende giustizia all’umanità che ci accomuna. La formula esatta è “vita per la vita”. Diamo la parola all’artista:
“Sospesa tra cielo e terra, mentre le ombre della sera rapiscono il sole, ormai stanco!
Ascolto le onde del marre che nell’infrangersi sulla spiaggia mi raccontano l’ennesimo naufragio.
Erano in tanti!… Cento… centocinquanta… Chi lo sa!…
Fuggivano
> verso quell’ultimo fatale viaggio della speranza.
Ma i loro sogni sono stati sommersi,
> come i loro corpi,
> senza volto e senza identità.
Il vento porta via dai miei occhi una lacrima,
elevo così, un canto silenzioso.
Una Preghiera per chi la morte
l’ha guardata in faccia,
nell’estremo tentativo di salvezza…
Di loro non ci resta che una foto
postata sui social…
Fiori galleggianti
su acque cristalline,
sotto un cielo d’estate.”
Con questo testo poetico e realista, la Credidio dichiara a gran voce che l’artista non può tacere innanzi alla disumanità. L’artista ha sempre voce per chi la voce non ce l’ha più.
Maria diventa strumento vivente, diventa madre, figlia, moglie, sorella, donna simbolo di tutti quelli che, svantaggiati e vittime di pregiudizi, non possono difendersi.